Le voci di Sauris. Il racconto dei Frakasch

Le voci di Sauris. Il racconto dei Frakasch

Andare alla scoperta di un territorio significa anche conoscere la storia dei suoi abitanti, stare con quello che c’è da sempre. E qui a Sauris, tutto narra di quello che è stato: storie, aneddoti, curiosità, vicende familiari… ovunque nei boschi e nelle strade dei borghi si respira l’intreccio di un racconto che, attraverso il tempo e lo spazio, ci raggiunge e ci coinvolge.
Qui tutto è antico, ogni cosa ha la sua voce.
La memoria del borgo è ben custodita nelle vicende degli abitanti che qui sono nati e tornati, a volte dopo aver compiuto quattro passi nel “mondo oltre il Lumiei”.

Un borgo autentico, una voce viva

Non è un caso che ci si riferisca a Sauris come a un “borgo autentico”: l’ambiziosa opera di riqualificazione urbana realizzata attraverso il Progetto Sauris ha contribuito a realizzare uno spazio di apertura verso il turismo e il mondo esterno, eppure molte cose qui a Sauris sono ancora oggi proprio com’erano: ristrutturare un edificio e un borgo nel pieno rispetto delle sue caratteristiche significa praticare una sorta di architettura poetica, volta a valorizzare le cose senza desiderarle a tutti i costi diverse da come sono, mantenendo uno spazio di risonanza per la voce viva di cui ciascuno degli elementi strutturali è lo strumento.
È questo stesso principio di autenticità ad aver ispirato la ristrutturazione degli stavoli in cui oggi sono collocati i trentadue appartamenti dell’Albergo Diffuso Sauris. Case antiche, dai nomi particolari che a volte evocano toponimi e altre volte ricordano il nome dei primi proprietari, custodi delle storie di chi le ha abitate e della storia di questo magico borgo antico.

Pan Frakasch

Quest’oggi vogliamo raccontarvi la storia di Pan Frakasch, e della famiglia che da sempre vi risiede.
Dovete anzitutto sapere che il prefisso Pan, o , con cui vengono denominate molte delle case che compongono i borghi di Sauris, deriva dal tedesco bei e si traduce con “presso, da”.
Ma perché Frakasch? Da dove deriva questo strano nome, ben lontano dall’evocare la cristallina quiete che si respira in questo luogo incantato?

La voce di Luigi Nicolò Petris, attuale proprietario, ci narra l’origine di questo appellativo, che da oltre 170 anni caratterizza la casa di Lateis e la sua famiglia.

“Il primo a meritare il soprannome Frakasch, a causa del suo comportamento impetuoso e rumoroso, fu il mio antenato Giacomo Petris.
In paese si diceva che qualsiasi progetto su cui mettesse le mani, o qualsiasi lavoro iniziasse, finiva per combinare un danno; insomma, un frakasch!
Degno successore di Giacomo Petris, detto Frakasch, fu uno dei suoi quattro figli: Nicolò Petris.
Dopo un’infanzia a Lateis, si trasferì a valle per gli studi in seminario; tuttavia, una volta tornato qui capì che la sua vocazione non era così forte da farlo rinunciare all’amore: conobbe e si innamorò di Emilia Troiero, una ragazza del posto, e insieme ebbero ben undici figli. Un vero Frakasch!

La famiglia negli anni si sostentò grazie alle attività boschive e all’allevamento del bestiame, come da tradizione a Lateis e nelle zone circostanti.
Nicolò Frakasch era anche un appassionato di caccia ed era un ottimo tiratore, raramente mancava il bersaglio. Molte storie sono state raccontate su nonno Nicolò: dalle canzoni bizzarre che andava fischiando mentre camminava per le strade del borgo, fino al fatto che una volta riuscì persino a fuggire da un orso. Come, non si è mai capito. Ma in paese era sempre tutto un vociare riguardo la sua avventurosa vita.

Partire, per poi tornare

Era sicuramente un personaggio unico, sicuramente sui generis, ma anche un vero gentiluomo.
Uno degli undici figli di Nicolò era mio padre: il suo nome era Tiberio Osvaldo. Era una brava persona, solitaria, amorevole, forse un po’ più tranquillo dei suoi predecessori, eppure i tratti Frakasch erano ancora ben radicati.  Sposò mia madre, Caterina Lucchini, e insieme ebbero tre figli: Roberto, Luigi Nicolò (io) e Giancarlo.

A scuola non ci capiva nessuno. Parlavamo la nostra strana lingua – una combinazione di lingua saurana e austriaca – che e i nostri compagni e gli insegnanti della città non conoscevano affatto. Non era facile ambientarsi ma potevamo sempre contare sul nostro spirito un po’ frakasch.

Proprio come tutti gli altri bambini di Lateis siamo nati con una valigia in mano: come da tradizione, non appena siamo diventati abbastanza grandi, siamo tutti partiti alla scoperta del mondo e alla ricerca della nostra fortuna. E, sempre da tradizione, alla fine siamo tutti tornati a casa. Personalmente ho viaggiato alla ricerca di qualcosa che poi ho trovato non lontano da qui: ho sposato Lida Maria Cristofoli, nata e cresciuta nel borgo Siega di Mediis, e abbiamo avuto due figli: Tamara Regina e Alan Nicolò. Siamo tutti nati e cresciuti in questa casa in legno e pietra, con una splendida vista sul lago Sauris e i colori della natura nelle diverse stagioni hanno sempre accompagnato la nostra vita quotidiana. 

È questo che ha sempre messo in comune tutti noi Petris: nonostante la vita ci abbia portato lontano da Lateis, la nostra anima Frakasch è sempre stata profondamente radicata fra queste montagne, nella casa d’infanzia di cui ci siamo sempre occupati e che amiamo.”

Ed è proprio con questo spirito che nel 2015 Luigi Nicolò Petris decide di ristrutturare la casa di Lateis. L’appartamento Lida, ricavato dall’antico fienile, è stato affidato alla gestione dell’Albergo Diffuso: un modo per aprirsi al mondo esterno e tramandare, attraverso un turismo consapevole, la storia di una famiglia che, come spesso accade, qui a Sauris, è il luogo stesso. 

#stAIconsauris

Note

  • Ph Cristina Fiorentini / Renzo Carniello / Ermes Colle
  • Testo Ambra Croce

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