Una delle tradizioni più vive di Sauris: DER ZAHRAR VOSCHANKH

Una delle tradizioni più vive di Sauris: DER ZAHRAR VOSCHANKH

Il carnevale è certamente uno dei momenti maggiormente sentiti nel territorio di Sauris, ma in quest’anno così complesso, in cui le maschere lasciano lo spazio alle mascherine, non ci resta che raccontarlo facendo riaffiorare i ricordi; l’apice delle celebrazioni era previsto per il sabato grasso, 13 febbraio, ma la manifestazione è stata annullata per ovvi motivi.

La nascita della manifestazione a Sauris si perde nella notte dei tempi e da secoli si perpetuano gli stessi rituali, rinnovando anno dopo anno la tradizione. L’intera cittadina è coinvolta e la popolazione tutta, a prescindere dall’età, si prodiga per settimane nei preparativi della festa. Peculiarità del carnevale sono le maschere lignee, vero e proprio lasciapassare per partecipare alla festa: tutti i presenti devono essere irriconoscibili per dar sfogo, senza inibizioni, al vero spirito goliardico e scherzoso del carnevale, perché dietro a una maschera si può dire e fare ciò che si vuole, anche ciò che nella quotidianità sarebbe impensabile. E’ cosi che saurani e turisti si affiancano nei laboratori di scultura tenuti dal Maestro Ermanno Plozzer per dar corpo al proprio personaggio, dividendosi in SHEANA SCHEMBLN (maschere belle) e SCHENTENA SCHEMBLN (maschere brutte).

Tra tutti i travestimenti, spicca quello del Re delle maschere, il  KHEIRAR, che con la sua caratteristica scopa di saggina, spazza via le fatiche dell’inverno da case e strade, preannunciando l’arrivo di nuove energie.

L’arrivo del KHEIRAR è preceduto da quello del suo alter egoil RöLAR, l’unico personaggio a viso scoperto.

Il RöLAR è la vera e propria sentinella del carnevale, quello che con il viso ricoperto di fuliggine e i campanacci legati alla cinta, passa di casa in casa per richiamare le maschere ai festeggiamenti, dando vita alla festa.

Con il RöLAR e il KHEIRAR in testa, un allegro e colorato corteo si snoda da Sauris di Sopra fino a Sauris di Sotto attraverso il bosco; per rischiarare il buio, vengono accese le lanterne che rendono la sfilata ancor più suggestiva a pittoresca. La manifestazione si conclude in un’ampia radura dove le maschere vengono accolte da un falò di buon auspicio e ci si ristora con vin brulè e frittelle.

Per chi volesse approfondire l’argomento, segnaliamo un’interessante pubblicazione a cura di Linda Armano del CENTRO ETNOGRAFICO Zahre-Sauris

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